lunedì 25 agosto 2008

domenica 17 agosto 2008

Cinema

Uno dei miei film preferiti in assoluto è Film Rosso del regista polacco Krzysztof Kieslowski.
E' il terzo film della trilogia ispirata ai tre colori della bandiera francese e ai tre principi proclamati dalla rivoluzione francese: libertà, uguaglianza, fraternità.


Krzyszstof Kieslowski


Irene Jacob
(da una scena del film)


Irene Jacob e Jean Louis Trintignant
(da una scena del film)





 

sabato 16 agosto 2008

Romanzo - Pagina 2

Marco ha parcheggiato come si conviene e ora cammina esplorando questa città ignota a lui ignota.
Cerca luoghi familiari ma non ne trova.
A un certo punto però scorge da lontano quello che gli sembra essere l'edificio di una stazione ferroviaria 
non so come mi chiamo ma so che quella è una stazione... interessante
e ne viene attratto.
Controlla il suo orologio da polso: sono le 11:00.
Decide di andare a controllare e ben presto si ritrova dinanzi ad un passaggio a livello chiuso.
Un piccolo treno passa a breve velocità, essendo appena partito.

I finestrini dei vagoni scorrono, i vagoni sono vuoti, salvo che per qualche passeggero che osserva fuori distrattamente.
Riflessi del sole che rimbalzano dall'acciaio delle carrozze.
Stridii delle ruote sui binari.

Rosso.

Ha questo flash: rosso.

Un flash, un segno, è la memoria che gli sta tornando?
E' un qualcosa che si insinua dentro di lui, gli scuote lo stomaco di emozioni per pochi intensi secondi.. per poi svanire.

Cosa sarà stato mai?
Rosso.. rosso cosa poi?
Concentrati.. perchè ho pensato al rosso?

Marco è concentrato quando la barriera del passaggio a livello inizia a sollevarsi e il semaforo da rosso diventa verde..
Da rosso diventa verde..
E' lui il rosso incriminato!
Sì, ma perchè tanto clamore? Hai incrociato tanti rossi lungo la strada sinora.
Non lo so.
Allora non è il tuo rosso, addirittura incriminato.

Attraversa e si dirige verso l'ingresso della stazione, fino a raggiungere il binario numero uno.
Si guarda intorno: osserva i capi treno, osserva l'edicolante, gli addetti alle pulizie, la barista. Cerca nei loro occhi un bagliore di riconoscimento nel vederlo.. ma nulla.
Nessun cenno di saluto, nessun saluto ammiccante, niente di niente.
Si reca in bagno per sciacquarsi il viso e, nel farlo, si specchia per la prima volta.

Eccomi.
Ti piaci?
Non devo piacere a me.
Sei così indifferente a te stesso da essere giunto a non sapere nemmeno chi sei..
In effetti.

E' alto, la barba leggermente incolta, occhi marroni e sguardo sicuro. Pelle chiara, fisico asciutto. E' ben vestito, sportivo ma comunque elegante.
Sorride allo specchio. Si tocca la guancia.. sì, il tizio allo specchio è proprio lui.

Sono proprio io.

Un signore al lavandino accanto osserva di sfuggita la scena e va via evitando di asciugarsi le mani.
Marco torna al binario e osserva le indicazioni.
C'è un grosso orologio appeso al muro, sfondo bianco e lancette spesse e nere.

"E vorrò nel soggiorno uno di quei grossi orologi semplici ma eleganti tipo quelli che si vedono alle stazioni."

Hey, questo pensiero lo hai fatto nel passato.
Marco, meravigliato, cerca anche di visualizzare la persona alla quale ha detto, chissà quando, quella frase.. E' un flash, il secondo della mattina, nel giro di pochi minuti.

Sforzati.. non far svanire anche questa occasione!
Socchiude gli occhi, si concentra.. vede un carrello, un carrello della spesa sì, con delle buste dentro.
Non lo porta lui... lui è di lato.
Gira la testa e guarda in faccia la persona a cui stavi parlando!
Nel suo sogno, nel suo sforzo mentale, riesce a voltarsi: ma non c'è nessuno accanto a lui.
Nessuno a cui rivolgere quella frase.
Ci sono persone in lontananza nello sfondo ma risultano rumorosamente sfocate.
Quella frase, quel desiderio però l'ho espresso, prima di perdere la memoria.
L'annuncio metallico di un treno in arrivo lo risveglia dal torpore ma di una cosa diventa consapevole: la stazione ferroviaria non gli è indifferente.



venerdì 15 agosto 2008

Illusioni della mente




La nostra percezione della realtà è associata a ciò che vediamo, ascoltiamo, tocchiamo.. insomma ai nostri sensi.

E se a volte i nostri sensi ci ingannassero?

La casella "A" e la casella "B", a dispetto di ciò che percepisce e ci dice la nostra mente, hanno gli sfondi della medesima tonalità di grigio. 

Sorprendente vero?






giovedì 14 agosto 2008

Crisi nel Caucaso


E' una immagine cruda e toccante, lo so.
Ma è la realtà di questi giorni, nel difficile Caucaso.
Uno dei tanti conflitti quotidiani, molti dei quali spesso sono "sconosciuti" all'opinione pubblica distratta.
Un conflitto che rischia di degenerare in qualcosa di più ampio e pericoloso, fra Russia e USA, considerati gli sviluppi recenti.
E' una immagine triste e spietata, che mi fa riflettere: è un periodo in cui mi sento insoddisfatto, per vari motivi personali, ma quando osservo scenari come quelli della foto pubblicata mi rendo conto di essere fortunato a condurre una vita tutto sommato agiata e serena.
Sfondo e scenario di questa foto, una stradina desolata.
Non dobbiamo dimenticare il volto di quella anziana donna che, disperata, piange e tende le mani verso di noi, quasi urlando al mondo la sua richiesta di aiuto e il suo dolore per la morte della persona dinanzi a lei, sicuramente una persona a lei cara, magari un parente.
Non dobbiamo dimenticare il volto di quel signore anziano che a stento si regge sul bastone, che piange disperato e insicuro. Mi domando ogni secondo cosa stia facendo, proprio in questo momento, quel signore.

mercoledì 13 agosto 2008

Una poesia che amo tanto




Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

[Eugenio Montale - Ossi di seppia]

martedì 12 agosto 2008

L'Internauta



L'Internauta è il termine con il quale si designa il Navigatore della Rete.

Egli si muove nel cyberspazio, ambiente elettronico in cui le distanze sembrano azzerarsi e il tempo pare unico in tutto il Globo.

Nel 2006 la prestigiosa rivista Time ha eletto, quale Uomo dell'Anno, proprio l'Internauta, o gli Internauti, ossia "tutte le persone che hanno contribuito alla esplosione della democrazia digitale, usando Internet per diffondere parole, immagini e video."

Da qui l'idea di porre uno specchio sulla copertina della rivista.

1 e 2: due articoli molto interessanti sul tema del digital citizen scritti dal giornalista Lev Grossman






Romanzo - Pagina 1

E' quando scatta il verde al semaforo, che Marco realizza di non sapere più dove stia recandosi.
Un colpo di clacson dell'auto dietro la sua lo risveglia dal brevissimo torpore dovuto alla confusione del momento successivo alla sua presa di coscienza.
Prosegue diritto, in una città che si rivela essergli sconosciuta...
Piuttosto, ha nella sua mente ricordi di città conosciute?
Se il semaforo, quel semaforo che ha appena oltrepassato, è verde, la sua mente è rossa, oppure gialla, in bilico, fra consapevolezza di esistere e orrore del vuoto che percepisce dentro di sè.
Accorsta al primo parcheggio utile, spegne i motori dell'auto e si guarda allo specchietto:
Chi sono io?
Osserva i passanti dai vetri opachi della sua auto, quasi aspettandosi che uno di essi, soffermandosi, lo riconosca e lo saluti, assegnandogli una identità.

Datemi una identità.
E chi vorresti essere?
Non lo so.

Bell'affare.

Si domanda se sia un vantaggio, o meno, l'aver perduto la memoria. Ha forse ricordi tristi da dimenticare? O proprio in quel medesimo istante una donna meravigliosa lo sta aspettando a casa, iniziando a domandarsi perché mai suo marito stia tardando?

Idea!

Controllare la rubrica del proprio cellulare.

Nomi comuni ma identicamente sconosciuti scorrono sotto di lui, femminili, maschili, pseudonimi, cognomi.

Dovrei chiamare ad uno di questi numeri e, all'interlocutore, chiedergli chi sono.
Si farebbe una risata.
Ma intanto saprei chi sono.
Se proprio ne sei convinto...

Compone il numero di una certa Ilaria, ma la voce della segreteria "...l'utente da lei cercato non è al momento raggiungibile" frena il suo fievole entusiasmo nascente.

Prova ancora: "...l'utente è irraggiungibile"

"Irraggiungibile"

Ancora dai: "...il numero da lei selezionato è inesistente"

Ma come?! Qui c'è scritto Stefano!

La batteria del telefono sta per scaricarsi.

Devo muovermi devo chiamare qualcuno devo chiedergli chi sono!

Laura
Maurizio
Mauro
Papà

Papà! Ecco sì..!

Compone il numero, sente squillare...

Oh, finalmente!

"Pronto?"
"Papà! Mi senti?" (che strana sensazione dare del papà a uno sconosciuto)
"Chi parla?"
"Tuo... tuo figlio!" (è più un punto interrogativo piuttosto che esclamativo)
"Io non ho figli"
Click.
Ha riattaccato, e la batteria del telefono decide di scaricarsi proprio in quel momento.

Merda.



Romanzo - Prefazione

Ho iniziato a scrivere un romanzo.

Non è la prima volta che ci provo, il problema è che puntualmente mi blocco dopo alcune pagine: speriamo che questa volta abbia invece la volontà e il coraggio di portarlo a termine e di scrivere, un giorno, la parola "Fine".
Ho deciso di postare le varie pagine, man mano che le scrivo, con la speranza di avere almeno una decina di lettori (o sono troppo ottimista?)

Di cosa parla questo romanzo? 
  • Parla della memoria e dei suoi misteriosi meccanismi.
  • Parla dei ricordi malinconici che si insinuano e non vanno più via.
  • Parla della speranza di poter tornare indietro e di evitare di commettere gli stessi errori.
  • Insomma, in fondo parla di me.

Il Cyberspazio

Un'affascinante descrizione del Cyberspazio è quella di John Perry Barlow, nel (digitalmente parlando) lontano 1990:

"In questo mondo silenzioso, tutta la comunicazione è digitata. Per entrare in esso, ci si deve liberare sia del corpo che dell'ambiente circostante e si diviene solo una cosa fatta di parole.
Si può vedere quello che i nostri interlocutori stanno dicendo (o che hanno detto di recente), ma non come sono loro fisicamente, nè il luogo dove si trovano.
Gli incontri in questa città virtuale sono continui e le discussioni variano dagli ambiti sessuali ai programmi di deprezzamento.
Se sia un singolo trillo telefonico o milioni, essi sono tutti connessi tra di loro.
Collettivamente, formano ciò che gli abitanti della città virtuale chiamano la Rete. Essa si estende attraverso l'immensa regione dello stato di elettroni, microonde, campi elettromagnetici, luci intermittenti che lo scrittore di fantascienza William Gibson battezzò Cyberspazio."